L’attività di produzione di sieri e vaccini è stata fondamentale nel controllo delle malattie diffusive.
Come già descritto nei cenni storici, sino al passato recente, tale attività era primaria per l’Istituto e tra le tante produzioni quella del vaccino antiaftoso ha avuto il ruolo preminente, anche per i risvolti di autofinanziamento dell’Ente. A testimonianza della competenza acquisita in tale settore l’Ente è tuttora una delle sedi della “Banca Europea dei Vaccini Antiaftosi”
Le mutate normative nazionali ed internazionali che decretarono l’abbandono delle strategie vaccinali preventive nel controllo delle grandi epizoozie a favore di un possibile intervento di emergenza (Afta, Peste Suina Classica, Brucellosi), il passaggio della produzione dei presidi immunizzanti commerciali alla controllata IZO S.p.A., ed il contemporaneo aumento dell’attività di servizio e di ricerca hanno portato ad una riduzione e diversificazione dell’impegno dell’Istituto nell’ambito della produzione.
Attualmente tale attività concerne i vaccini stabulogeni, i kits diagnostici innovativi, gli antigeni virali e batterici per l’attività analitica, i terreni colturali pronto uso, per i laboratori dell’Istituto che erogano servizi.
Nell’ambito della trasformazione delle attività produttive dell’Ente si colloca anche un recente settore: quelle dei prodotti di immunomodulazione, sviluppato in funzione di alcuni caratteri strategici connessi al loro impiego, quali la riduzione del fabbisogno di antibiotici e chemioterapici, l’assenza di problemi di residui e di tempi di sospensione, la compatibilità con i capitolati tecnici di allevamento “biologico” che si stanno sempre più diffondendo.
In questo settore è stata consolidata la produzione di alfa-interferone, nell’ambito delle strategie finalizzate alla diminuzione in campo zootecnico dell’utilizzo di antibiotici a vantaggio di prodotti in grado di aumentare l’immunità degli animali da reddito, specie nel comparto suinicolo.