Il rilevamento di anticorpi utilizza in molti casi la tecnica di neutralizzazione su colture cellulari che richiede tempo spesso oltre le 48 ore per dare risultati positivi.
Una nuova tecnologia, messa a punto da un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna, potrebbe essere utile sia in campo clinico che per lo sviluppo di nuovi vaccini anti COVID-19. Il disposiitivo – rapido, efficace, affidabile ed economico – per misurare il livello di anticorpi neutralizzanti contro SARS-CoV-2 presenti nel sangue, ma anche per testare l’efficacia di nuovi vaccini anti COVID-19 è stato Presentato su Communications Materials, rivista del gruppo Nature.
Si tratta di un “transistor elettrochimico organico” (OECT – Organic Electrochemical Transistor), basato su un particolare polimero conduttivo (Pedot:Pss), che permette di monitorare a distanza e in tempo reale l’integrità del tessuto cellulare riuscendo così a capire se una coltura in vitro infetta dal coronavirus è protetta o meno dagli anticorpi neutralizzanti presenti nel siero sanguigno. È la prima volta che un sensore di questo tipo viene utilizzato su SARS-CoV-2, e lo stesso strumento potrebbe in futuro essere adattato anche per altre tipologie di virus.
Hanno partecipato inoltre l’Unità Operativa di Microbiologia del Laboratorio Unico dell’AUSL Romagna (Vittorio Sambri, Laura Grumiro, Maria Michela Marino, Martina Brandolini, Giorgio Dirani, Francesca Taddei) e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna “Bruno Ubertini” (Francesca Faccin, Davide Lelli, Antonio Lavazza).
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