COVID-19, causata dall’infezione con SARS-CoV2, è una malattia umana che molto probabilmente è originata da una fonte animale e, attraverso la trasmissione diffusa da uomo a uomo, è diventata una pandemia. COVID-19 è un promemoria dell’importanza fondamentale dell’approccio One Health nella gestione delle malattie infettive. Molti si sono chiesti se ed eventualmente quanto siano coinvolti gli animali nella pandemia in corso. Isolamenti sporadici del virus da animali domestici o da animali da zoo hanno posto legittimi interrogativi sul ruolo nella diffusione della malattia, ma tutte le prove e le evidenze sperimentali ad oggi disponibili portano ad escludere la possibilità che animali da compagnia possano favorire la diffusione virale, ma anzi che possano in alcuni rari casi venire infettati dall’uomo a seguito di contatti stretti e/o ripetuti.
Per continuare la sorveglianza sulla popolazione animale domestica e selvatica i virologi veterinari dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) hanno prodotto delle linee guida per lo svolgimento dei test per la diagnosi del virus SARS-CoV2 e per il trattamento dei risultati ottenuti.
In questa fase sono state messe a punto le modalità di campionamento e analizzate le condizioni per le quali attivare piani di monitoraggio e di controllo. E’ un tipo di approccio per la sorveglianza in ottica “One Health”, laddove la salute animale ed umana sono da considerarsi “una sola salute”. Conoscere lo stato di infezione degli animali domestici, di interesse zootecnico e selvatici è funzionale al mantenimento dello stato di salute che l’uomo cerca di mantenere, in equilibrio con le specie che abitano il pianeta, sapendo che tutte le specie sono interconnesse in modi sempre più stretti e non sempre facilmente rilevabili.
La scelta del campionamento degli animali ai fini della diagnosi di coronavirus sarà una scelta possibile che gli stati potranno fare in relazione alla valutazione del rischio di sanità pubblica presente nei diversi territori e alla disponibilità di risorse. Non è consigliato il campionamento in tutte le situazioni, ma solo quando vi è necessità di informazioni provenienti dagli animali per completare il quadro epidemiologico, che chiarisca gli elementi necessari a prendere decisioni di sanità pubblica.
Dovrebbero essere prese in considerazione le implicazioni per la salute pubblica associate alla manipolazione e al campionamento di potenziali animali positivi poiché mettono le persone a rischio e richiedono DPI adeguati. Ciò potrebbe includere i rischi derivanti dal trasferimento di animali (da parte dei proprietari) dalla propria abitazione o dal ricovero temporaneo a scopo di ricerca o per i veterinari esposti a persone infette da COVID-19 durante il campionamento in clinica, ambiente familiare o altro ambiente. Le linee guide affrontano anche come valutare i risultati ottenuti e trasmetterli all’OIE. Il testo completo delle linee guida è reperibile sul sito dell’OIE (https://www.oie.int/).