E’ stato pubblicato recentemente dal Ministero della Salute il report sull’utilizzo di animali ai fini scientifici ed educativi per l’anno 2017. Il numero di animali utilizzati nella ricerca è in costante riduzione, se pur più lentamente rispetto a quanto desiderato. L’applicazione di metodi alternativi nelle procedure diagnostiche è invece più rapida e ha permesso ad IZSLER una riduzione di circa il 30% degli animali utilizzati negli anni dal 2015 al 2017.
Sono stati pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.28 del 02-02-2019) i dati relativi agli animali utilizzati in Italia ai fini scientifici ed educativi.
La direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 26/2014, sancisce l’obbligatorietà per gli Stati membri di trasmettere alla commissione, la prima volta entro il 10 novembre 2015 e a seguire con cadenza annuale, le informazioni statistiche relative all’uso degli animali nelle procedure, comprese le informazioni sull’effettiva gravità delle procedure e sull’origine e le specie di primati non umani utilizzati.
Il comunicato del Ministero della Salute continua poi spiegando le modalità di compilazione delle tabelle richiesta dalla UE e le modalità di lettura delle stesse. Il dato positivo che emerge dal report è la riduzione degli animali rispetto all’anno precedente 580.073 nel 2017 contro i 611.707 del 2016 in massima parte topi e ratti. La riduzione è minima (5,2%), ma comunque significativa. La quantità degli animali utilizzati da IZSLER, prevalentemente ad uso diagnostico, ha mostrato invece una riduzione consistente (circa il 30%) dell’utilizzo degli animali da laboratorio nel periodo 2015-2017, per il passaggio progressivo delle metodiche di indagine sulle biotossine algali ai metodi alternativi di tipo chimico.
Nei prossimi anni il passaggio sarà ancora più rapido e si prevede una riduzione ancora più consistente, oltre il 50%, nel 2020.