Un nuovo virus animale suscita l’attenzione costante dei ricercatori ai salti di specie
Un nuovo virus animale in grado di infettare le persone è stato identificato nella Cina orientale [Zhang, X.-A. et al. N. Engl. J. Med. 387, 470–472 (2022). https://doi.org/10.1056/nejmc2202705]. Gli scienziati non sono preoccupati perché il virus non sembra diffondersi facilmente tra le persone e non è fatale. Il virus, chiamato Langya henipavirus (LayV), è strettamente correlato ad altri due henipavirus zoonotici: il virus Hendra e il virus Nipah e può causare sintomi respiratori come febbre, tosse e affaticamento. Sulla base dei dati acquisti si ipotizza che LayV sia trasportato dai toporagni, che potrebbero aver trasmesso il virus alle persone, direttamente o attraverso una specie intermedia, in modo sporadico a partire dal 2018. Il team di ricerca ha identificato LayV monitorando i pazienti con quadri febbrili non definiti, in tre ospedali nelle province cinesi orientali di Shandong e Henan tra aprile 2018 e agosto 2021. Il team ha sequenziato il genoma di LayV dal tampone faringeo prelevato dal primo paziente identificato con la malattia, una donna di 53 anni e ha chiamato il con il nome dalla città di Langya, nello Shandong, da cui ella proveniva. Nel corso dello studio, sono state identificate 35 persone infettate da LayV, per lo più agricoltori, con sintomi prevalentemente respiratori che andavano da tosse a una grave polmonite e la maggior parte di questi riferiva di aver avuto un contatto o essere stata esposta a un animale entro un mese dalla comparsa dei sintomi. Da un punto di vista tassonomico LayV è più strettamente correlato all’henipavirus Mojiang, che è stato isolato per la prima volta nei ratti in una miniera abbandonata nella provincia cinese meridionale dello Yunnan nel 2012. Gli henipavirus appartengono alla famiglia Paramyxoviridae, che comprende morbillo, parotite e molti virus respiratori che infettano uomo e animali. Diversi altri henipavirus sono stati scoperti in pipistrelli, ratti e toporagni, dall’Australia alla Corea del Sud e alla Cina, ma solo Hendra, Nipah e ora LayV sono noti per avere un carattere zoonosico. Tuttavia, ad oggi non ci sono prove evidenti della diffusione di LayV da persona a persona e questo permette di evitare qualsiasi allarmismo in termini di minaccia di diffusione. Per determinare la potenziale origine animale del virus, i ricercatori hanno testato capre, cani, maiali e bovini che vivevano nei villaggi dei pazienti infetti, sia per la ricerca di anticorpi contro LayV sia per cercare la presenza di LayV RNA in campioni di tessuto e urina da 25 specie di piccoli animali selvatici. Hanno così trovato anticorpi LayV nel 2% delle capre e nel 5% dei cani testati, ma hanno identificato l’RNA virale LayV nel 27% dei 262 toporagni campionati. Sebbene molte ricerche debbano ancora essere fatte per capire come si sta diffondendo il virus nei toporagni e come le persone vengono infettate, questa nuova scoperta ribadisce l’urgente necessità di definire un sistema di sorveglianza globale per rilevare gli spillover (salto di specie) di virus e comunicare rapidamente tali risultati per evitare altre pandemie, come quella innescata da COVID-19. Forse anche per questo motivo l’ECDC ha posto il LayV sotto monitoraggio [https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/langya-henipavirus-under-ecdc-monitoring]