La 17a Giornata Mondiale della Rabbia, celebrata ogni anno il 28 settembre è dedicata a riportare l’attenzione sulla rabbia come zooonosi negletta. In tutto il mondo WOAH, FAO e WHO hanno organizzato eventi per creare la consapevolezza generale sulla situazione della rabbia, sulle sfide principali, sulle opportunità e sulle azioni prioritarie per raggiungere l’obiettivo “Zero-by-30”, zero casi di rabbia entro il 2030. Si vuole comunicare che l’obiettivo può essere raggiunto solo con azioni collettive mirate alla profilassi negli animali e a rendere accessibile in tutto il mondo la profilassi post-esposizione dell’uomo.
Sebbene sia possibile prevenire la rabbia, essa continua a uccidere decine di migliaia di esseri umani e animali nella regione dell’Asia del Pacifico, ed è quindi importante continuare a sostenere una maggiore consapevolezza nella prevenzione e nel controllo della malattia. Molti Paesi non investono in attività di sorveglianza e la rabbia è quindi spesso sottovalutata e sottostimata e di conseguenza trascurata mentre continua a uccidere esseri umani e animali. Poiché gli esseri umani hanno stretti legami con i cani, i principali serbatoi animali del virus della rabbia nella regione, la minaccia di trasmissione della rabbia rimane perpetua a meno che non vengano adottate misure attive di sorveglianza e controllo nei cani. Essendo una malattia che prospera per motivi socio-culturali, economici e fortemente condizionata dalle attività umane, è essenziale utilizzare un approccio One Health per affrontare la malattia.
“Rabbia:Tutti per uno e una sola salute per tutti!” E’ il motto coniato per la conferenza di WOAH della regione del Pacifico e che riassume bene l’obiettivo.