MICROSCOPIE: UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’INFINITAMENTE PICCOLO – AITIC
Sino dai tempi di Aristotele (384-322 A.C.) la conoscenza attraverso l’osservazione di cose minute e l’uso dell’ottica hanno suscitato interesse insieme al tentativo di spiegare i meccanismi della nostra stessa visione. Via Via, nei secoli, non mancheranno spunti, tra un misto di curiosità e aspirazione a vedere ciò che gli occhi non mostrano, per lo sviluppo di strumenti basati sul controllo della luce visibile utilizzando oggetti trasparenti come il vetro, il cui utilizzo sotto forma di “paste vitree” viene fatto risalire al III millennio A.C in Mesopotamia, secondo, guarda caso, Plinio il Vecchio.
L’interesse si sviluppò tra l’astronomia, la medicina e la biologia e in Italia gli esiti furono notevoli.
Il grande balzo viene spiccato grazie a Galileo Galilei (1564-1642) in quella sua elaborazione, fondamentale tuttoggi, del metodo scientifico.È tuttavia nella seconda metà del Seicento che il microscopio ottico comincia a imporsi come strumento di conoscenza (tratto dal libro di Alberto Diaspro: Quello che gli occhi non vedono, Hoepli 2020). Le tecniche microscopiche, ancora oggi nell’era della biologia molecolare e delle terapie mirate, sono alla base di moltissimi processi diagnostici e di ricerca di laboratorio. In questo viaggio, alla scoperta dell’infinitamente piccolo, si potranno apprezzare i principi metodologici dei differenti tipi di microscopia per poterne comprendere applicazioni e potenzialità.
Le lezioni, tutte svolte da docenti altamente qualificati, ci faranno comprendere l’evoluzione
delle tecniche microscopiche dalla nascita della microscopia ottica fino ai giorni nostri.