Riscontrate larve di Trichinella pseudospiralis in un cinghiale.
Il 7 gennaio 2010 i laboratori della sezione di Bologna dell’IZSLER hanno rinvenuto larve di Trichinella in un cinghiale.
A seguito della tipizzazione eseguita dall’Istituto Superiore di Sanità, le larve sono risultate appartenere alla specie T. pseudospiralis.
L’interesse scientifico dell’osservazione è notevole, in quanto si tratta del primo caso documentato in Italia della presenza di Trichinella pseudospiralis nel cinghiale.
Questo parassita può essere ospitato da numerose specie, dall’uomo agli uccelli e, in alcuni casi, anche i rettili possono esserne portatori.
Fino ad oggi l’unica specie di Trichinella presente nella fauna selvatica in Italia risultava essere T. britovi.
In passato sono stati documentati focolai umani, legati al consumo di carni equine e suine di importazione, causati da altre specie di Trichinella tra cui T. spiralis.
L’unica modalità di infezione per l’uomo è l’ingestione di carne cruda o poco cotta.
La malattia (trichinellosi o trichinosi) non si trasmette da persona a persona.
La malattia nell’uomo si manifesta in due fasi: una enterica con sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale (diarrea), legata alla presenza dei parassiti adulti a livello intestinale ed una parenterale, dovuta al passaggio in circolo delle larve, ed è caratterizzata da infiammazioni del tessuto muscolare (che causano dolori muscolari e debolezza), edemi localizzati soprattutto al volto (palpebre) e manifestazioni orticarioidi (pomfi e prurito).
Per prevenire l’infezione dell’uomo è necessario cuocere o congelare la carne prima di consumarla.
A questo proposito va ricordato che la T. pseudospiralis, non essendo incapsulata (non ha una membrana protettiva che la avvolga), è molto più sensibile al congelamento rispetto alle altre specie.
A tutela della salute pubblica sul territorio nazionale è previsto il controllo di tutti i suini e gli equini macellati e sono attivi piani di monitoraggio e sorveglianza sulla fauna selvatica.